B'T X

Si potrebbe dire superficialmente che, con B't X, Masami Kurumada abbia voluto riproporre il solito canovaccio, con l'eroe sprezzante e un po' patetico aiutato da compagni che si comportano più o meno anche da amici; tutti insieme verso un obiettivo comune, quello di sconfiggere il Male, i protagonisti si battono fino allo stremo delle loro forze, acquisendo di volta in volta poteri sempre più grandi e abbattendo avversari sempre più forti. E invece non è così. Prima di essere una storia di combattimenti, B't X è l'unione delle vite di figure tristi che cercano disperatamente un obiettivo da dare alla loro vita, a partire dallo stesso Teppei, e le più tristi sono rappresentate dai nemici che egli incontra sulla sua strada, persone che non hanno alle spalle un solo ricordo felice nel loro passato. Il Dio della Morte e Maria, Subaru e Hokuto, Quattro e Fou, Salomé, Gai e Juggler, oltre che Misha e Nasha, hanno perso tutto, e la loro vita è legata a quell'Impero Meccanico che ormai è divenuto la loro famiglia. Mentre in Saint Seiya non manca mai il trionfalismo legato alle continue vittorie dei protagonisti, in B't X non c'è altro che sconforto e disperazione. Non ci sono mai dubbi sulla vittoria dei Sacri Guerrieri sui loro nemici e, nonostante qualche breve attimo di tristezza, nel più famoso manga di Kurumada c'è sempre un velato e logico ottimismo, considerando che i Sacri Guerrieri di Athena sembrano in grado di resuscitare appena morti. I morti di B't X non rinascono, e i vivi sono sempre in bilico tra la vita e la morte, in una disperata lotta che sembra sempre non possa vederli vincitori, al punto che nemmeno i Guardiani Spirituali appaiono in grado di fare qualcosa. Lo sconforto vero e proprio prende il sopravvento dal numero 7 del manga, che nella versione animata corrisponde al primo episodio di B't X Neo, la serie di OAV prodotta in Giappone sull'onda della serie televisiva e trasmessa in Italia subito di seguito alla serie regolare (episodi dal 26 al 39). Anche se meno della corrispondente parte del manga, anche B't X Neo è permeato di tristezza, e a mio avviso ha un solo grave difetto: quello di correre troppo velocemente. I sette Tenenti Diabolici diventano tre, ad esempio, ma voglio ricordare anche l'inspiegabile scomparsa di Aramis, un finale di serie spiegato presto e male e la mancata comparsa dell'Imperatore Meccanico, la cui figura è solo abbozzata. Il fatto che da un certo punto in poi la serie si discosti totalmente dal manga, invece, non mi sembra grave, tanto più che così ci è stato possibile vedere un finale prima del 2003.

Bisogna ammettere che la Star Comics è stata coraggiosa, nel novembre 1998, a pubblicare il manga di B't X, considerando che Masami Kurumada non aveva ancora terminato la sua serializzazione per Kadokawa Shoten e che la storia, in Italia, era pressoché sconosciuta. Certo la casa editrice bolognese ha pensato di proporre B't X per sfruttare la fama acquisita in Italia da Masami Kurumada con il suo precedente Saint Seiya, ma nonostante tutto il rischio che B't X fosse ben lontano dalla vetta delle classifiche di vendita era fondato. Lo dimostrava il lunghissimo silenzio intorno a Saint Seiya, tornato alla ribalta soltanto pochi mesi or sono, e il mezzo fallimento della versione animata di Fûma no Kojiro (edizioni Dynamic Italia), altro manga di Kurumada, che pure poteva avvalersi della collaborazione del duo Shingo Araki - Michi Himeno. Anche la trasmissione televisiva della serie TV, proposta da Tele Montecarlo e da TMC2, non contribuì particolarmente ad alzare le vendite, anzi. Pesantemente censurata ed adattata abbastanza male, la serie forse peggiorò addirittura la considerazione dei lettori verso il manga. Va detto comunque, a questo proposito, che la serie presenta delle pecche anche nella sua versione originale, mancando in certi punti di ritmo e presentandosi con un livello qualitativo medio dei disegni inferiore agli standard del 1995, il suo anno di produzione. E' stata dunque una somma di fattori a far venire meno l'attenzione dei lettori verso questo manga (soprattutto nel confronto con la ristampa Star Comics di Saint Seiya, stravinto dai Sacri Guerrieri di Athena), manga che pure ha moltissime qualità! B't X, dunque, ha avuto in Italia una sorte molto migliore di quella che ne ha caratterizzato la pubblicazione in altri paesi fuori dal Giappone, dal momento che abbiamo avuto la possibilità di vedere la serie televisiva e la serie OAV, e di leggere il manga, seppure dopo una lunga attesa. Questo ha però dato origine a due diverse strategie di adattamento, e quindi a confusioni che sorgono per chiunque voglia trattare questo argomento. L'adattamento Star Comics ha beneficiato di traslitterazioni generalmente ottime, che ad esempio hanno dato senso a termini come Area (che in quasi ogni sito mondiale viene identificata come Eliah, nome senza significato), o a nomi come Je t'Aime (molto più sensato di Jutaime, che pure è la traslitterazione ufficiale). L'adattamento di Tele Montecarlo ha restituito la giusta terminologia per alcuni termini, come Punti (e non Basi), ma purtroppo, per ragioni di merchandising, sono stati modificati molti nomi di personaggi principali e di tecniche di combattimento o armi, le cui versioni italiane sono state spesso deludenti. Per questo motivo, si è fatta l'ovvia scelta di ripristinare tutti i termini originali, affiancando, dove presenti, anche i termini utilizzati nelle versioni italiane alternative. Le scelte sulla traslitterazione sono in realtà dei compromessi: per i nomi dei personaggi si è scelto di non considerare le vocali allungate, e dunque è stato scritto Kotaro al posto di Kootaroo, Koutarou o Kôtarô. In merito a colpi, armi e luoghi, invece, la scelta di Kurumada di utilizzare solamente l'inglese ne ha reso univoca la traslitterazione.

Shin