(pubblicato per la prima volta il 15-01-1983)
Reira e Kabutomaru, gli ultimi due guerrieri Fûma ad unirsi al gruppo, giungono in ritardo e sulla strada che conduce a Palazzo Yagyu sono sorpresi da Musashi. Una volta conosciuta la sua identità essi pensano di sbarazzarsene e di portare la buona notizia ai loro fratelli, ma sottovalutano il loro avversario. Musashi, infatti, con un solo colpo di spada uccide Kabutomaru, e Reira sopravvive al primo attacco a prezzo della caviglia sinistra, ferita in profondità. Per non correre ulteriori rischi, Reira contrattacca subito con la sua tecnica più potente, il Fûma Shureien, che imprigiona Musashi tra le fiamme. Ma perché Musashi non brucia? E perché non batte nemmeno ciglio? Raggiunto dall'Hiryû Haô-ken, Reira può solo porsi quesiti irrisolti prima di morire. La parità numerica è quasi ristabilita, con quattro guerrieri Yasha e cinque Fûma sopravvissuti (Kojiro, però, è ancora impossibilitato a muoversi), ed è inutile tirarla per le lunghe. Musashi, quindi, manda ai suoi rivali una lettera di sfida, informandoli della caduta di Reira e Kabutomaru e invitandoli a presentarsi tutti insieme in un luogo convenuto. Evitata facilmente una trappola, i Fûma sono illesi e pronti a combattere, e il primo di essi a scendere in campo è Ryoma. Musashi percepisce qualcosa di strano in Ryoma ed è inquieto, ma Kagero non crede alle sue preoccupazioni e si fa avanti, certo di poter vincere. Si sbaglia. I poteri psichici di Ryoma, culminanti nel Fûma Shikyô-ken, gli regalano una facile vittoria e creano ulteriori apprensioni a Musashi, ora certo di trovarsi davanti un combattente suo pari.
Musashi sfida Ryoma a duello, ben sapendo che potrebbe morire ma anche consapevole che, una volta sconfitto il guerriero ESPer, sarà tutto più facile. Lo scontro è pari, con alterne e temporanee situazioni di vantaggio dei due contendenti, finché Ryoma non utilizza ancora il Fûma Shikyô-ken, imprigionando Musashi in uno dei suoi specchi di morte per poi ridurlo in pezzi. Ma è tutto inutile. Musashi moltiplica la sua immagine all'infinito, confondendo Ryoma e attaccandolo ripetutamente fino a ridurlo all'impotenza. Certo della vittoria, il leader degli Yasha solleva la sua spada di legno, ma prima di poter sferrare il colpo viene ferito da una seconda spada, che rompe l'incantesimo e riporta i due guerrieri nel mondo reale. A lanciare la spada è stato Kojiro, giunto sul campo di battaglia con una prodigiosa arma custodita dall'Haku Hôô e donatale da Ranko: la leggendaria spada di legno, Fûrinkazan!
Kojiro, ovviamente, non ha occhi e attenzioni che per Musashi, e non gli
interessa misurarsi con gli altri due Yasha presenti, ma è costretto a cambiare
idea quando il suo braccio sinistro è imprigionato da una catena che termina con
una manetta. Il suo possessore è
Yosui, che maneggia con destrezza diverse
catene metalliche a cui ha collegato manette affilatissime. Kojiro è
imprigionato in tutti e quattro gli arti, e una quinta catena gli blocca il
collo con l'intenzione di troncargli la testa, ma quando Yosui sta per cantare
vittoria un solo fendente della Fûrinkazan libera il guerriero Fûma dalla
stretta e un secondo basta a uccidere lo Yasha, tagliandolo quasi a metà.
Niente da dire, la Fûrinkazan è micidiale, ma
Kurojishi non la teme e si fa
avanti, sperando di ottenere un riconoscimento dalla
Principessa Yasha.
Nonostante la sua immensa forza fisica, tuttavia, lo Yasha viene spazzato via
senza difficoltà, consentendo a Kojiro di cercare la rivincita tanto agognata.
Il guerriero Fûma attacca subito, ignorando ancora le capacità ESPer di Musashi,
e il suo fendente va a vuoto. Ciò che nessuno può aspettarsi, però, è che
Musashi cerchi di vincere utilizzando una tecnica Fûma, quello stesso Fûma Shikyô-ken già tentato da Ryoma su di lui. Kirikaze, Ryuho,
Shoryu e Kojiro
vengono imprigionati (Ryoma è a terra, fuori combattimento), ma nemmeno questo è
sufficiente contro la Fûrinkazan. Kojiro distrugge lo specchio, si libera ed è
per l'ennesima volta dinanzi a uno sconcertato Musashi.
Il duello è senza esclusione di colpi, e a Musashi non serve tentare qualche trucco illusorio, perché la Fûrinkazan è in grado di smascherarlo. Kojiro, dotato di una maggior vigoria nei colpi, atterra l'avversario con un potente attacco, ma paradossalmente Musashi si riporta alla pari cercando di parare i colpi di Kojiro e smettendo di schivarli. La sua spada, infatti, liberata dallo strato superficiale di legno, si rivela essere la leggendaria spada d'oro, la Ogonken, un'arma dello stesso livello della Fûrinkazan. Le due armi, più precisamente, fanno parte della schiera delle Dieci Spade Sacre, mitiche lame che si dice abbiano origini antichissime e poteri strabilianti se ben utilizzate. Ma Kojiro, ancora una volta, dimostra una potenza maggiore e con un colpo deciso mozza a Musashi il braccio destro, lo stesso che reggeva la Ogonken.