E' buio e un battente si apre scricchiolando, lentamente. Un colpo di vento lo spalanca, ma dalla fessura entra una luce molto tenue. E' notte. Una seconda folata di vento e vediamo che sul muro a lato del battente si formano delle ombre, ombre di esseri mostruosi. La camera si sposta verso la porta di ingresso spalancata, e ce la mostra dall'esterno. Dentro la stanza c'è una culla a dondolo, che oscilla leggermente spostata dal vento. Le figure di mostri si allungano dall'uscio verso di lei, e la camera stringe sul viso della bambina coperto di artigli ancora lontani. La bimba ha i capelli castani e gli occhi chiusi. La camera ora è dietro la culla e mostra le ombre, che si distinguono bene nonostante il buio. Sono sette e sembrano non avere forma ben definita. Di certo non appartengono a esseri umani.
VOCE 1 (piatta) - Avrà anche lei quello che si merita...
VOCE 2 (esaltata) - Morte agli uomini e alla dea che li protegge!
La camera va fuori dalla stanza, in uno stretto corridoio che precede una scala a chiocciola. Sembra di essere in una torre. Le pareti sono schizzate di sangue e vediamo dei cadaveri sulle scale. Indossano delle armature.
VOCE 3 (delusa) - E così è già finita...
VOCE 4 (allegra) - Però è stato divertente, no?
Le ombre si avvicinano ancora, e una si passa la lingua su quella che dovrebbe essere una bocca.
VOCE 5 (ansiosa) - La divorerò in un boccone!
Al suo fianco la figura più minacciosa di tutte stende un braccio per fermarla.
VOCE 6 (perentoria) - Stai indietro...
La figura minacciosa avanza, lasciando le altre dietro di sé. Poi alza un braccio e sorride, mostrando un ghigno rosso nell'oscurità. Da un'estremità del ghigno scende qualcosa che assomiglia a una scia di sangue. Si sente un rumore e la camera è sul muro dietro la culla, che si macchia di schizzi di sangue.
VOCE FUORI CAMPO (urla, ma si sente che è una voce molto giovane) -Noooo!!
Il battente si spalanca, e vediamo Michel ansante e terrorizzato. Si guarda intorno, come se non sapesse dove si trova, e realizza di essere nelle Stanze del Sacerdote, appena rischiarate dalla prima luce del mattino. Il Sacerdote è in piedi sulla passatoia, davanti al suo seggio, e dà le spalle all'ingresso. La camera resta larga, mostrandoci lo sconcerto di Michel che non è sicuro di ciò che sta guardando, poi stringe sul Sacerdote. Il Sacerdote ha i capelli neri, e vediamo delle lacrime scendergli lungo le guance da sotto la maschera.
SACERDOTE (con un filo di voce) - Arcer, amico mio...
MICHEL (prudente) - E' iniziata, mio signore...
Il Sacerdote torna composto, alza la testa e ferma le lacrime. Si volta a guardare il bambino, che è Michel e che si trova davanti a lui e di fianco al seggio. Sta facendo un inchino.
SACERDOTE (deciso) - Non sono io il tuo signore, e questo lo sai bene... (piccola pausa) Vai ora!
Michel annuisce una sola volta con la testa, poi si alza e si dirige verso l'uscita che porta alle Dodici Case, correndo. Qui la camera allarga verso il soffitto e stacca.
La camera si avvicina al palazzo della Giudecca fino ad arrivare alla porta. Sentiamo provenire dall'interno dei passi pesanti, e quando la camera supera l'entrata vediamo che all'interno ci sono Hades e Ares. Entrambi non indossano l'armatura, ma un ampio mantello con coprispalle a reggerlo. Il mantello di Hades è scuro, quasi nero, mentre quello di Ares è rosso sangue. Hades è seduto sul suo trono, mentre Ares non sta fermo un attimo e cammina nervoso. La camera resta larga sulle due divinità, inquadrandole insieme.
HADES (atono) - E' stato un fallimento, non credi?
ARES (stizzito) - Fai silenzio!
HADES (stavolta con rimprovero) - Eppure è così, negare non serve a nulla... (pausa) Tuo figlio Phobos non ha avuto il coraggio di attaccare, e così nessuno dei Sacri Guerrieri di Athena è caduto prima che iniziasse questa Guerra Sacra...
Vediamo il volto di Ares serrato in un ringhio. Hades lo guarda con disprezzo, e anche la sua voce esprime disgusto.
HADES - E ora il tuo sicario ha fallito, lasciandosi sfuggire una neonata... (ironico) Il Signore della Guerra che invece di affrontare una battaglia ricorre a uno stratagemma, una cosa davvero patetica...
ARES (furioso) - Troverò quella bambina!
HADES (ironico) - Mh! No, non ci riuscirai...
ARES (ancora furioso) - Come osi?!
HADES (serio e autorevole) - Il campo di battaglia, quello è il tuo posto... (pausa) Il mio invece è nell'ombra, dove si nasconde il nostro comune nemico...
ARES (sulla difensiva) - Quindi vorresti prendere il comando?
HADES (scuotendo il capo) - No, non ti toglierei mai questo onore... (lunga pausa. Riprende serio, scandendo bene le parole e guardando Ares dritto negli occhi. La camera passa in primo piano su di lui) Ma vedrai, saprò far uscire Athena allo scoperto...
Siamo in una casa, e si vede la luna splendere in cielo attraverso una finestra. La camera si sposta sull'interno, mostrando un arredo semplice: pavimento di legno, un letto, un tavolo con una grande cesta appoggiata sopra. La camera stacca all'improvviso e ci conduce alla porta d'ingresso della casa, che si spalanca. Sulla soglia c'è un uomo che veste mantello e cappuccio.
VOCE (dall'interno. E' ferma, senza paura) - Dunque?
L'uomo sulla soglia scuote la testa una volta, poi fa un passo avanti ed entra chiudendosi la porta alle spalle. Si abbassa il cappuccio, e vediamo che è Cuma di Circinus.
CUMA (tranquillo) - E' come dicevi tu, fratello, non ci ha seguito nessuno...
Una luce si accende, e nel piccolo ingresso vediamo i volti giovani di Cuma e Orion, che hanno rispettivamente diciannove e sedici anni.
ORION (sorride sereno) - Molto bene, ma... (fa una piccola pausa e diventa pensieroso) Dobbiamo stare in guardia, non sappiamo chi sia il nostro nemico e non possiamo dimenticare cosa è successo ad Alcomene...
CUMA (triste) - Arcer...
Vediamo un breve flashback di Arcer a uno dei campi di addestramento del Santuario. Si fa palesemente colpire apposta da un bambino, fa una smorfia esagerata di dolore e poi gli accarezza la testa. Cuma lo guarda da poco lontano, sorridendo anche lui. L'immagine torna al presente, in primo piano su Orion. Il lato destro del suo viso è rischiarato dalla lampada accesa dietro di lui. E' molto serio.
ORION - Ci attende un compito difficile, fratello mio...
CUMA (scuote la testa, un po' sconsolato) - Dì pure impossibile, Orion... (fa una pausa poi riprende, acceso) Ma sei sicuro di tutto questo? Lasciare il Santuario aiuterà davvero Athena?
ORION (annuisce, grave) - Non ci sono dubbi, il sicario proveniva dall'interno... (pausa. E' riflessivo) Sapeva dove e quando colpire, e se non fosse stato per Michel adesso...
CUMA (abbassando lo sguardo) - Non farmici pensare, fratello...
I due si guardano, in un attimo di sostegno fraterno. Sembrano più fragili, e Cuma dà sfogo al dubbio che attanaglia tutti e due.
CUMA (lentamente) - Noi due, soli e lontani dal Santuario, dovremmo preparare i Sacri Guerrieri alla prossima Guerra Sacra?
ORION (scuote la testa anche lui, ma sorride) - Non siamo soli, Cuma. Con noi c'è Athena...
La camera passa nell'altra stanza, si avvicina alla cesta e mostra la neonata al suo interno. Dorme tranquilla.
PAUSA MEZZO EPISODIO
IZAR (è il più giovane. Fa la sua domanda quasi sussurrando) - Cosa sta succedendo al Santuario?
ARTUR (è il più maturo. Ha la voce profonda e risponde a tono normale, ma abbastanza piatto) - Vorrei tanto saperlo, Izar... (pausa) E allo stesso tempo la risposta mi terrorizza, cosa può aver spinto il Grande Sacerdote a questa mobilitazione?
Una terza voce parla dietro di loro, facendoli quasi trasalire. E' più fresca e gioviale.
SHELIAK - Dovreste saperlo, no?
La camera ora inquadra il nuovo venuto, che ha dei corti capelli castano scuro e occhi nocciola.
IZAR (esclama) - Sheliak! Tu qui?
SHELIAK (annuisce) - Sono stato richiamato dal Santuario e posso dirvi una cosa, amici miei... (si rivolge ad entrambi, ma fissa Artur) Temo che Artur abbia ragione, una minaccia incombe su tutti noi...
Ares si avvicina alla distesa ghiacciata, il volto a metà tra il disgusto e la soggezione. Quando è ormai a un passo dal Cocito, la camera allarga mostrando un numero sterminato di corpi incastrati nel ghiaccio e immobili.
ARES (pensa) - Quanti uomini hanno osato opporsi agli dei e sono caduti... (con rabbia, stringendo il pugno) E quella miserabile mocciosa...
Sorride beffardo, scorgendo nel ghiaccio anche degli uomini in armatura. La camera allarga, mostrandoci Ares di spalle in diagonale, in modo che si vedano bene il Cocito davanti a lui e lo strano cielo del Mondo dei Morti.
ARES (a voce alta, quasi gridando) - Sarete voi a essere prescelti dalle mia Ancilia? Sarebbe divertente se fossero proprio dei Sacri Guerrieri a vestire le Corazze del Sangue!
Intorno ad Ares cresce un'emanazione cosmica color rosso sangue, e dal Cosmo di Ares si staccano delle scie luminose a metà tra comete e fiamme. Nessuna di esse si dirige verso il Cocito, però, nessuna tra i traditori degli dei. Ares segue il tracciato delle scie e la camera gli ruota intorno fino a mettersi di lato rispetto a lui. Cinque scie si dirigono oltre il Cocito, verso le profondità del Mondo dei Morti, mentre le altre due si dipartono in direzione opposta, verso la Giudecca.
La camera spazia sull'interno di Dite, dove si odono urla strazianti. Vediamo esseri a metà tra umani e scheletri bruciare nelle loro tombe, tentando invano di uscirne. D'un tratto ne vediamo una di colore diverso, perché il fuoco che ne scaturisce è scuro e la figura al suo interno sembra divertita nel vedere le sofferenze dei dannati. Il condannato esce dalla sua tomba e si alza in piedi, mostrando delle fattezze sgraziate. E' leggermente curvo. La camera allarga e ci mostra la scia luminosa dall'alto, sopra le mura di Dite, poi ce la mostra di lato mentre si avvicina rapidamente all'uomo circondato da fiamme azzurre. Il condannato non si volta nemmeno quando la scia lo avvolge circondandolo completamente di rosso. E' un attimo, poi vediamo Moloch vestito della sua armatura e perfettamente a suo agio.
MOLOCH (primo piano. Si passa la lingua sulla bocca e poi sghignazza) - Huhuhu... qualcuno vuole dei nuovi sacrifici!
Sembra un pozzo pieno di lingue di fuoco che si muovono senza sosta, evitando un uomo dall'aria furba e stizzosa che sembra parlare sottovoce ai dannati, che sono lambiti ma non avvolti dalle fiamme. La camera stringe su di lui, che stavolta alza il viso rivolto al cielo e parla a voce alta.
ACHITOFEL (calmo. Sta facendo un'affermazione) - Non siete stati all'altezza della situazione né in vita né dopo la morte...
Seguiamo il suo sguardo, che segue l'avvicinarsi della scia rossa. Achitofel ha un'espressione malvagia quando l'Ancilia gli si disegna sul corpo, vestendolo.
Stavolta il destinatario dell'Ancilia ha già ricevuto l'investitura, e cammina annoiato in mezzo ai dannati che si feriscono a colpi di spada. Un dannato corre verso di lui oltrepassandolo, e Bertran gli fa lo sgambetto. Poi tiene il piede sulla schiena del dannato, aspettando che questi riceva il colpo di grazia da un avversario. Un fendente cala sulla nuca dell'uomo a terra, e il dannato urla di dolore all'unisono con le risa di Bertran. Il quale poi trapassa il sopravvissuto con il taglio della mano.
BERTRAN (primo piano) - Che noia questo posto! Chissà se il mondo è diventato un po' più interessante...
La camera inquadra il Fiume di Sangue, che ribolle per il calore. La scia rossa si tuffa in mezzo alle acque, dividendole, e nel mezzo del fiume vediamo diffondersi la luce biancastra di un Cosmo. Telche emerge dal fiume vestito della sua Ancilia, levitando, con gli occhi chiusi come se fosse in meditazione. Due Spettri che sorvegliano le rive lo guardano con soggezione, e anche i dannati sono tutti con lo sguardo rivolto verso l'alto. Telche guarda disgustato sotto di lui, e tutti quanti chinano il capo mostrandogli riverenza.
TELCHE (neutro, in primo piano. Scandisce lentamente) - Così va meglio...
La camera è stretta sul volto di un uomo robusto, poi allarga leggermente. L'uomo ha il viso contratto in una smorfia, sta cercando invano di voltare la testa in avanti. Gli altri dannati sono nella stessa situazione, non subiscono castighi ma le loro teste rivolte all'indietro come se fosse stato torto loro il collo di 180°. Uno di loro è visibilmente arrabbiato, e anche lui sta cercando di girarsi.
DANNATO (gridando, con uno sforzo) - Ma perché, maledizione? Perché tu non sei come noi, Tiresia?
La camera allarga e ci mostra un uomo anziano e un po' curvo, appoggiato a un bastone e circondato da un'aura rossastra che si affievolisce diventando viola. Non subisce la pena degli altri, e alla domanda abbassa il capo con un'espressione ironica.
TIRESIA (primo piano. Si volta a guardare chi gli ha posto la domanda) - Non eri anche tu un indovino, Anfiarao? Se è così, dovresti saperlo... (pausa. Ora è serio) Io vedo lontano, più di voi e persino degli dei...
La camera riprende per un attimo l'inizio del percorso delle scie luminose, seguendo le due che vanno verso la Giudecca. Poi la ripresa si abbassa sull'ingresso del palazzo, dove Rig di Garuda osserva il momento in cui le scie si dividono..
RIG (pensa) - L'altra ha proseguito verso la Giudecca, possibile che vada da quell'essere abietto? (pausa) Mf! In fondo non sarebbe poi così male...
Rig distoglie l'attenzione, rivolgendosi ora a un uomo ammantato di rosso che risale verso l'ingresso dell'Antenora, e la sua espressione si fa serena.
RIG (allegro) - Stento quasi a crederci, ma la mia preghiera è stata esaudita... (sorride) Bentornato alla vita, fratello mio...
La luce si dissolve, sostituita da un'aura verde, e Naga fa la sua comparsa. Sorride anche lui, e sul primo piano dei due fratelli la camera chiude.