(pubblicato per la prima volta il 15-09-1989)
Seiya scaglia la Freccia d'Oro di Sagittarius, che questa ritorna indietro colpendolo in pieno petto. L'armatura d'oro salva però l'eroe, che ritenta una seconda volta invano; il dardo destinato a conficcarsi nel suo cuore trapassa, comunque, la schiena di Shaina, accorsa in sua difesa. Contemporaneamente prosegue il racconto di Kanon, riuscito a fuggire dalla sua prigione di Capo Sounion, dove più volte aveva rischiato la morte per annegamento, grazie all'aiuto di un Cosmo estraneo, giunto a donargli rinnovato vigore nei momenti difficili, e di una fioca luce penetrata attraverso la parete rocciosa. Guidato dal tenue bagliore, Kanon sfonda il muro dietro di sé, scoprendo così una stanza cava al centro della quale è posto il Tridente di Poseidon, che il giovane prova ad estrarre dal terreno. Improvvisamente il suolo si sgretola ed egli sprofonda nel mare, fino a giungere al Tempio Sottomarino. Non trovando nessuno in quel luogo desolato, Kanon entra nella costruzione, all'interno della quale libera lo spirito dell'Imperatore dei Mari, contenuto in un'anfora in cui Athena lo aveva sigillato. Poseidon conferisce a Kanon il grado di comandante dei Generali dei Mari, e gli affida il compito di risvegliarlo al momento opportuno; il fratello di Saga, tuttavia, ha ben altri progetti.
Seiya riprova a scagliare la Freccia d'Oro e, dopo aver fallito ancora una volta (Shiryu lo difende, in questa occasione), colpisce finalmente Poseidon, aiutato dalla forza dei Cosmi uniti di Hyoga, Shiryu, Shaina e Shun, che nel frattempo ha raggiunto i suoi amici. I Sacri Guerrieri di Bronzo oltrepassano così il dio ferito e si dirigono verso il Sostegno Principale, mentre il Cosmo dell'Imperatore dei Mari, risvegliatosi dopo la ferita subìta, si espande su tutto il Regno dei Mari. Anche Kanon e Ikki, alla Colonna dell'Atlantico del Nord, lo avvertono con chiarezza, e il Sacro Guerriero di Phoenix domanda al gemello di Saga in che modo è possibile far riaddormentare lo spirito di Poseidon. In quell'istante, alla Colonna giungono Kiki e Sorrento che, ormai sicuro di essere stato guidato a tradimento da Kanon, aiuta i Sacri Guerrieri di Bronzo abbattendo l'ultimo pilastro. Resta in piedi solamente il Sostegno Principale, ma prima di arrivarvi i Sacri Guerrieri sono attaccati dallo stesso Poseidon, il cui potere è cresciuto a dismisura in seguito al ridestarsi della sua coscienza divina; quando la fine appare ormai sicura, a difesa dei cinque ecco pararsi l'armatura d'oro di Aquarius, pronta a disporsi sull'indifeso corpo di Hyoga.
Anche Shiryu veste un'armatura d'oro, l'armatura di Libra, e a quel punto i tre nuovi Sacri Guerrieri d'Oro decidono di giocarsi il tutto per tutto, attaccando Poseidon con la forza dei loro tre massimi colpi uniti. Il tentativo ha successo, e i Sacri Guerrieri possono correre indisturbati a salvare Athena.
Kanon si vendica su Ikki per il crollo delle sue ambizioni, dimostrando una potenza superiore anche a quella del suo scomparso fratello, ma Sorrento salva il Sacro Guerriero di Athena perché anch'egli vuole realizzare la sua vendetta, quella su Kanon stesso. Ikki rivela a Kanon che il Cosmo che tredici anni prima lo salvò era quello della dea della Guerra, la stessa dea della quale il Generale vuole ora la morte. E' forse per questo che, prima di correre in aiuto dei propri amici, il Sacro Guerriero di Phoenix ottiene dal Generale l'informazione desiderata: perché l'anima di Poseidon si riassopisca, è necessario che essa sia nuovamente imprigionata nell'Anfora di Athena, che però si trova all'interno del Sostegno Principale.
Frattanto Seiya, Hyoga e Shiryu tentano invano di abbattere la Colonna di Nettuno con le armi di Libra, ma il Sacro Guerriero di Pegasus ha un'altra idea: lanciato dall'Aurora Execution di Cygnus e dallo Shoryû-ha di Dragon, egli intende, con il Pegasus Ryûsei-ken, perforare la colonna e penetrare così al suo interno. Nonostante il risveglio di Poseidon, non ancora vinto, i Sacri Guerrieri riescono nell'impresa, anche grazie all'intervento di Ikki che, giunto all'ultimo momento, trattiene per un attimo l'Imperatore dei Mari. Il Sostegno Principale crolla e con esso tutta la Volta dei Mari, che cominciano ad affluire nel Regno Sottomarino. Dalle macerie della colonna Seiya, sfinito, esce con Saori e l'Anfora di Athena, ed ha inizio così lo scontro tra Athena e Poseidon.
Poseidon scaglia con forza il suo tridente contro Saori ma Kanon, pentitosi per il male arrecato ad Athena dopo che questa lo aveva salvato, si pone a difesa della dea ed è trafitto in sua vece, anche se non mortalmente. L'Imperatore dei Mari viene quindi imprigionato nuovamente nell'Anfora di Athena, che si mette in salvo con i suoi paladini; Tetis, invece, si occupa di Julian Solo che, in gioventù, salvò la sirena, allora con le sembianze di un pesce, da morte certa. Sulla terraferma ritorna la normalità e il ricchissimo Julian Solo, affascinato dalle melodie di Sorrento, giovane studente di conservatorio, decide di sovvenzionarlo e di partire con lui in una tournee in giro per il mondo. Prima di farlo, però, restituisce al mare un pesce rosso morto sulla risacca, un pesce che gli ricorda qualcosa di indefinito.