(dall'episodio precedente)
Telche avanza lentamente, come assaporando il momento. Moskroy retrocede d'istinto, seppure di poco, e resta interdetto quando il Berserker non punta verso di lui bensì alle macerie. Telche affonda il braccio destro e lo ritrae. Tra pollice e indice regge un occhio umano che ha una tenue traccia di sangue.
TELCHE (freddo) - Interessante, le temperature sono così basse che il sangue si congela prima di toccare il suolo... capiterà la stessa cosa anche a te?
MOSKROY (con un filo di voce) - Che... che essere disumano...
TELCHE - Devastating Hurricane!!
Dall'occhio si genera una corrente ventosa ascensionale, che cresce in un attimo diventando una tromba d'aria e travolgendo Moskroy e Machta che vengono spinti verso il cielo. La corrente dura qualche secondo, poi piega sulla città come se fosse una molla e scarica a terra i due corpi abbattendo una casa e generando un cratere sulle case intorno. Porte si aprono e famiglie scappano, anche se fuori infuria una mezza tormenta. Si dirigono verso il Palazzo dei Caduti. Machta è riversa al suolo con gli occhi -spenti- che guardano verso il cielo mentre Moskroy ha l'armatura in gran parte distrutta ed è molto sofferente ma è ancora vivo. La camera allarga e mostra Telche che, da lontano, si sta avvicinando con calma.
MOSKROY (molto sofferente) - La gamba sinistra è fratturata in più punti... (la camera inquadra l'arto, praticamente inerte) E devo avere anche delle costole rotte!
Moskroy sputa un fiotto di sangue, che chiazza il ghiaccio. Su di lui c'è già un velo di nevischio.
Telche si avvicina a Machta e la guarda in viso, poi appoggia il ginocchio sinistro a terra.
TELCHE (ammirato) - Ma che begli occhi che hai...
MOSKROY (piangendo e urlando) - No! Non farlo, maledetto!
La mano di Telche si allunga e la camera mostra solo uno schizzo di sangue che riempie l'immagine. Poi il Berserker si rialza e apre il palmo destro, che contiene entrambi gli occhi del Sacro Guerriero di Corona Borealis.
TELCHE - Tu e questa città avete resistito per miracolo a uno dei miei uragani, ora di voi non resterà nemmeno il ricordo...
Telche e Moskroy, nello stesso istante, tendono l'orecchio perché sorpresi da un rumore lontano che si va intensificando. Sono sorpresi, poi per un attimo il volto di Moskroy si anima di speranza mentre quello di Telche è perplesso.
TELCHE (a mezza voce) - Ma cosa...
Il rumore diventa un rombo e ora Moskroy si volta leggermente. La camera è dietro a Telche e ci mostra un'onda di tsunami che si avvicina rapidamente, bianca anziché azzurra. L'onda diventa più alta man mano che si avvicina, attraversando case. Si abbatte su Moskroy ma questi non si spaventa né si sposta. In effetti l'onda sembra quasi attraversarlo, poi è su Telche e qui diventa un frangente, trascinando via il Berserker in un fragore che copre le urla di Telche. Il Berserker viene gettato con impeto contro il ghiaccio, dove scava un cratere e rompe la superficie finendo inghiottito nel sottosuolo.
MOSKROY (pensa) - Non avevo mai visto questa tecnica in tutta la sua potenza, è straordinario...
Dietro a Moskroy c'è come una nebbiolina di umidità, ma le costruzioni sono intatte. Dalla nebbiolina emerge la sagoma di Tegmen di Cancer, ansimante nonostante il freddo. Tegmen, solitamente moderato, sembra teso e furioso.
TEGMEN (furioso) - So benissimo che sei ancora vivo, quindi vieni fuori!
MOSKROY (pensa) - Non ho mai visto Tegmen così adirato!
TELCHE (ghignando) - Huhuhuhu... ma tu guarda, hanno mandato a morire anche un Sacro Guerriero d'Oro?
Tegmen non risponde, mentre Telche torna alla superficie levitando. I due si guardano fisso negli occhi e Telche ha perso subito il suo ghigno bizzarro per tornare serio e concentrato.
TEGMEN (pensa) - Zuben, amico mio, spero che la voce del mio spirito ti giunga e sappia esserti d'aiuto...
La camera si solleva andando sopra i due contendenti, in piedi nella piana ghiacciata. Il corpo di Machta si sta già ricoprendo di neve. Quando la camera si è allontanata chiude.
PAUSA MEZZO EPISODIO
MOSKROY (pensa) - Non ho mai visto nessuno prima d'ora battersi alla pari con Tegmen, nemmeno il sommo Derevo è alla sua altezza... (piange) Machta, perché...
La camera stringe di nuovo sui contendenti e alterna i loro volti.
TELCHE (pensa) - La fama dei Sacri Guerrieri d'Oro è meritata, dunque... sconfitto costui spazzerò via la città in un attimo!
TEGMEN (pensa) - Non ha remore né paura di morire, costui è nato per combattere... (piccola pausa) Ma non dovrei stupirmi, considerando per chi combatte!
I pugni dei due si incrociano e si bloccano, pugno destro chiuso nel palmo sinistro come in uno scontro dei mille giorni. Entrambi provano a forzare la presa ma non riescono nel risultato. Come se si fossero letti nel pensiero, si allontanano saltando all'indietro. Telche si getta lateralmente per aggirare Tegmen facendosi scudo con le rovine di una casa, e per un attimo scompare alla vista. E' un istante solo, poi i brandelli dell'abitazione iniziano a fluttuare in mezzo a un vortice.
TELCHE (grida) - Prendi questo!
Il vortice aumenta d'intensità e scaglia qualunque cosa verso Tegmen: travi, chiodi, schegge di legno. Il tutto, però, si congela a mezz'aria prima di arrivare a destinazione e vediamo il braccio destro di Moskroy teso in avanti. E' stato lui a ghiacciare gli oggetti.
TEGMEN (neutro) - Moskroy, vattene da qui!
Moskroy si limita a scuotere la testa e a fissare Tegmen serio come non mai.
TEGMEN (teso) - Allora sarò io a farlo! Dukhovnyye Vody (Acque Spirituali)!!
Tegmen unisce i pugni e genera un vortice d'acqua che ha l'effetto di un cannone. Il suo colpo centra in pieno Telche e lo proietta all'indietro per alcuni metri finché il Berserker non riesce a frenarsi creando dei solchi nel terreno con i piedi. Telche sputa sangue, in verità non molto, e scruta Tegmen da lontano.
TELCHE (arrabbiato) - Gli stupidi come te meritano solo la morte! Come osi presentarti in questo stato su un campo di battaglia?
Telche scatta in avanti e sembra quasi scivolare sopra il livello del terreno. In un attimo è davanti a Tegmen e carica il suo pugno.
TELCHE - Fist Tornado!!
E' più che altro un pugno carico d'aria lanciato con il destro. Tegmen fa per spostarsi ma non riesce a farlo completamente e viene colpito alla spalla sinistra. Il destro di Telche danneggia il coprispalla dell'armatura d'oro e Tegmen manda un gemito.
TELCHE (arrabbiato) - Sei prostrato, il tuo Cosmo non farebbe paura a un bambino! Non sei meglio di quei due mocciosi, il tuo tentativo di salvare questa gente è patetico!
Telche scarica una raffica dei suoi pugni, che Tegmen riesce faticosamente a contenere finché un sinistro non lo spedisce al tappeto. Ma il Sacro Guerriero si rialza subito. E ride, pulendosi la bocca.
TEGMEN (sereno) - Puoi dire quello che vuoi, non me ne importa niente... sono disposto a perdere la vita pur di salvare anche un solo mattone e un solo abitante di Blue Grado! (piccola pausa. Riprende alzando il tono, quasi gridando) La mia stessa esistenza è dedicata a questo! A queste terre così inospitali eppure tanto accoglienti; alle persone che le abitano, avvezze ai sacrifici eppure disposte a donarsi per gli altri; ad Athena e agli amici che mi sono sempre stati a fianco! (piccola pausa. Abbassa il tono) E a voi, padre e maestro, che avete dato la vita a un orfanello e ne avete fatto un uomo!
La camera allarga mostrandoci le lande gelide, i corpi di Machta e degli altri morti coperti dalla neve e Moskroy, in lacrime mentre cerca di rialzarsi. Poi il Cosmo caldo di Tegmen si diffonde, lasciando Telche di stucco, e la camera stacca.
Derevo cammina di buon passo, senza correre. Alle sue spalle c'è il Palazzo dei Caduti, il cui ingresso è rimasto spalancato e viene leggermente mosso dal vento così come la barba e i capelli del vecchio.
DEREVO (pensa) - Sei diventato davvero un uomo, Tegmen... un uomo talmente eccezionale da sopravvivere dopo aver creato un confine che forse nemmeno una divinità saprebbe superare!
La camera stringe sul volto di Derevo, e sentiamo il pianto di un bambino nella sua testa. Poi, mentre il vecchio continua a camminare, l'immagine si sfoca.
FLASHBACK
Derevo cammina nella neve alta. E' molto vecchio, ma ha comunque un aspetto più giovane rispetto al presente. Si sente il pianto di un bambino, ma a terra c'è soltanto una donna. Ha un mantello e il corpo quasi sprofondato nella neve e non si muove; il volto, girato sul lato destro, ci rivela che è morta con un'espressione triste.
DEREVO (pensa) - Che tragedia, una donna così giovane...
Il vecchio spalanca gli occhi per la sorpresa. Sotto il braccio della donna, miracolosamente protetto dalla neve, c'è un bambino di pochi mesi. E' avvolto in una coperta e sta piangendo. Derevo si china e con grande delicatezza prende il bambino. Sulla coperta è ricamato un nome: Tegmen.
DEREVO (parlando al bambino) - Non so quale destino ti abbia condotto da me, Tegmen, ma qualunque esso sia io mi prenderò cura di te..
FINE FLASHBACK