SHIZUKA-NARU HÔTEI | SILENZIO A CORTE | IL TRIBUNALE SILENZIOSO |
Regia: Tomoharu Katsumata
Direttore delle animazioni: ...
Animazioni: ...
Voci: ...
Seiya
e Shun giungono presto
dinanzi a una costruzione che reca una scritta chiara: Palazzo della
Giustizia.
E in effetti, presi in consegna dal minuto Specter Marchino, i due vengono
fatti entrare all'interno di quella che è una vera e propria corte, con
tanto di giudice. Ad amministrare la legge, dall'alto del suo seggio, è
Rune di Balrog, che decide quale pena infliggere ai morti a seconda dei
peccati che questi hanno commesso in vita, e che non tollera il rumore. Una
volta venuto a conoscenza dell'identità dei due Sacri Guerrieri, tuttavia,
Rune non ha esitazioni ad attaccarli, violando la quiete del palazzo e
facendo sorgere sia in Seiya che in Shun dei profondi sensi di colpa. Dopo
aver fatto riemergere nella memoria del primo tutte le sue colpe passate con
il Reincarnation, Rune decide di destinarlo al Lago di
Sangue, luogo nel
quale vengono punite le anime dei violenti (Seiya lo è, in quanto ha
combattuto con molti avversari). Ma Shun salva Seiya, svenuto e privo di
volontà, poco prima della fine, affrontando con decisione il suo
avversario.
In realtà è tutta apparenza, però, perché ben presto Shun, accusato di
essere violento a sua volta e circondato dalla terribile arma di Rune, la
Fire Whip, si arrende completamente, lasciando che la frusta del suo
avversario lo faccia a pezzi. C'è una cosa incomprensibile, però; il corpo
di Shun scompare completamente, come quello di Seiya che Rune è convinto di
aver gettato nel Lago di Sangue, e non è tutto. Perché Rune si è
inquietato nel vedere il volto di Shun, che gli ricorda tanto qualcuno? E
perché a tal punto si impaurisce, quando dal nulla un'anima maligna gli
ordina di ritrovare la testa di Shun? In preda alla follia Rune fugge verso
la Valle del Vento Nero in cerca della testa di Shun, che ritrova, e qui
viene fermato da Rhadamantis, il quale gli riapre gli occhi. Non c'è mai
stata alcuna testa mozzata, e le fantasie di Rune sono frutto di un incubo
di cui è autore Kanon di
Gemini. Scoperto l'inganno, il Sacro Guerriero
d'Oro esce allo scoperto e, dopo aver ucciso Rune con sorprendente
facilità, ingaggia una lotta senza esclusione di colpi con Rhadamantis,
agevolando il passaggio di Seiya e Shun, salvati dalla sua illusione. Prima
che uno tra lo Specter e il Sacro Guerriero possa avere la meglio, tuttavia,
Rhadamantis viene richiamato dai suoi uomini, che gli recapitano l'ordine di
raggiungere la Giudecca, la parte più buia e profonda dell'Inferno. I quali
subito dopo, cercando di uccidere Kanon, fanno una brutta fine.
Inquietante.
A pezzi quest'episodio sembra un horror vero e proprio, visti i toni cupi e drammatici che lo caratterizzano dall'inizio alla fine. La qualità grafica, ancora migliore rispetto al primo episodio, risalta ancora di più se si considera che la scena principale si svolge in un luogo chiuso e privo di luci artificiali, con i personaggi quasi avvolti nell'oscurità. E anche qui le varianti rispetto al manga sono poche, anche se leggermente più significative.
Intanto, al di là dei bellissimi fondali, colpisce il fatto che il Palazzo della Giustizia renda perfettamente l'idea di silenzio e di sacralità, circondato dal buio sia dentro che addirittura fuori (quando Marchino appare sembra quasi un'ombra). Ma la cosa più bella, stavolta, è la scelta dei colori di Rune, con un abbinamento occhi-capelli-vestito-paramenti davvero spettacolare e, ancora una volta, efficace per contrastare l'oscurità. A livello grafico si segnalano anche i flashback che attendevo sul passato di Seiya, e in particolare quelli dei suoi combattimenti passati. Flashback che sono realizzati con immagini fisse, d'accordo, ma immagini di altissima qualità che sembrano lontane anni-luce da quelle realizzate solo vent'anni fa.
Ma andiamo a sottolineare i cambiamenti di sceneggiatura. Sorvolando sull'assenza del Genro Maô-ken che Kanon lancia su Rhadamantis, e che sarà senz'altro compreso nelle scene aggiunte, ho visto con piacere che del manga è rimasto il siparietto comico dello starnuto di Seiya, ma non quello della sua flatulenza. E in generale, anche se può esserci un po' di comicità, questa viene stemperata dall'ambientazione cupa. La scelta che trovo più importante, semmai, è quella di far vivere un incubo diverso a Rune, che invece di essere richiamato dalla testa mozzata e sanguinante di Shun, che sarebbe stata un dettaglio un po' crudo, viene ripreso dall'anima malvagia di Hades, spaventosa il giusto. Riguardo alle musiche, da sottolineare come per creare l'atmosfera di silenzio intorno alla corte il primo minuto e mezzo sia privo di colonna sonora; subito dopo si comincia con l'ottima traccia 7 del CD VI della soundtrack. Nel prosieguo dell'episodio, oltre a diversi momenti di silenzio soprattutto nella prima parte della puntata, le poche BGM utilizzate hanno la provenienza più varia possibile, dal primo disco della colonna sonora del Santuario alla soundtrack di Joshô Tenkai-hen. Complessivamente, a mio avviso questa puntata ha soltanto una piccola pecca; il finale, forse un pochino debole.