INDICE DEL MEIKAI-HEN
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MEIKAI-HEN - EPISODIO 2

SHIZUKA-NARU HÔTEI SILENZIO A CORTE IL TRIBUNALE SILENZIOSO

Regia: Tomoharu Katsumata
Direttore delle animazioni: ...
Animazioni: ...
Voci: ...

Seiya e Shun giungono presto dinanzi a una costruzione che reca una scritta chiara: Palazzo della Giustizia. E in effetti, presi in consegna dal minuto Specter Marchino, i due vengono fatti entrare all'interno di quella che è una vera e propria corte, con tanto di giudice. Ad amministrare la legge, dall'alto del suo seggio, è Rune di Balrog, che decide quale pena infliggere ai morti a seconda dei peccati che questi hanno commesso in vita, e che non tollera il rumore. Una volta venuto a conoscenza dell'identità dei due Sacri Guerrieri, tuttavia, Rune non ha esitazioni ad attaccarli, violando la quiete del palazzo e facendo sorgere sia in Seiya che in Shun dei profondi sensi di colpa. Dopo aver fatto riemergere nella memoria del primo tutte le sue colpe passate con il Reincarnation, Rune decide di destinarlo al Lago di Sangue, luogo nel quale vengono punite le anime dei violenti (Seiya lo è, in quanto ha combattuto con molti avversari). Ma Shun salva Seiya, svenuto e privo di volontà, poco prima della fine, affrontando con decisione il suo avversario.
In realtà è tutta apparenza, però, perché ben presto Shun, accusato di essere violento a sua volta e circondato dalla terribile arma di Rune, la Fire Whip, si arrende completamente, lasciando che la frusta del suo avversario lo faccia a pezzi. C'è una cosa incomprensibile, però; il corpo di Shun scompare completamente, come quello di Seiya che Rune è convinto di aver gettato nel Lago di Sangue, e non è tutto. Perché Rune si è inquietato nel vedere il volto di Shun, che gli ricorda tanto qualcuno? E perché a tal punto si impaurisce, quando dal nulla un'anima maligna gli ordina di ritrovare la testa di Shun? In preda alla follia Rune fugge verso la Valle del Vento Nero in cerca della testa di Shun, che ritrova, e qui viene fermato da Rhadamantis, il quale gli riapre gli occhi. Non c'è mai stata alcuna testa mozzata, e le fantasie di Rune sono frutto di un incubo di cui è autore Kanon di Gemini. Scoperto l'inganno, il Sacro Guerriero d'Oro esce allo scoperto e, dopo aver ucciso Rune con sorprendente facilità, ingaggia una lotta senza esclusione di colpi con Rhadamantis, agevolando il passaggio di Seiya e Shun, salvati dalla sua illusione. Prima che uno tra lo Specter e il Sacro Guerriero possa avere la meglio, tuttavia, Rhadamantis viene richiamato dai suoi uomini, che gli recapitano l'ordine di raggiungere la Giudecca, la parte più buia e profonda dell'Inferno. I quali subito dopo, cercando di uccidere Kanon, fanno una brutta fine.

COMMENTO SUL QUINDICESIMO EPISODIO

Inquietante.

A pezzi quest'episodio sembra un horror vero e proprio, visti i toni cupi e drammatici che lo caratterizzano dall'inizio alla fine. La qualità grafica, ancora migliore rispetto al primo episodio, risalta ancora di più se si considera che la scena principale si svolge in un luogo chiuso e privo di luci artificiali, con i personaggi quasi avvolti nell'oscurità. E anche qui le varianti rispetto al manga sono poche, anche se leggermente più significative.

Intanto, al di là dei bellissimi fondali, colpisce il fatto che il Palazzo della Giustizia renda perfettamente l'idea di silenzio e di sacralità, circondato dal buio sia dentro che addirittura fuori (quando Marchino appare sembra quasi un'ombra). Ma la cosa più bella, stavolta, è la scelta dei colori di Rune, con un abbinamento occhi-capelli-vestito-paramenti davvero spettacolare e, ancora una volta, efficace per contrastare l'oscurità. A livello grafico si segnalano anche i flashback che attendevo sul passato di Seiya, e in particolare quelli dei suoi combattimenti passati. Flashback che sono realizzati con immagini fisse, d'accordo, ma immagini di altissima qualità che sembrano lontane anni-luce da quelle realizzate solo vent'anni fa.

Ma andiamo a sottolineare i cambiamenti di sceneggiatura. Sorvolando sull'assenza del Genro Maô-ken che Kanon lancia su Rhadamantis, e che sarà senz'altro compreso nelle scene aggiunte, ho visto con piacere che del manga è rimasto il siparietto comico dello starnuto di Seiya, ma non quello della sua flatulenza. E in generale, anche se può esserci un po' di comicità, questa viene stemperata dall'ambientazione cupa. La scelta che trovo più importante, semmai, è quella di far vivere un incubo diverso a Rune, che invece di essere richiamato dalla testa mozzata e sanguinante di Shun, che sarebbe stata un dettaglio un po' crudo, viene ripreso dall'anima malvagia di Hades, spaventosa il giusto. Riguardo alle musiche, da sottolineare come per creare l'atmosfera di silenzio intorno alla corte il primo minuto e mezzo sia privo di colonna sonora; subito dopo si comincia con l'ottima traccia 7 del CD VI della soundtrack. Nel prosieguo dell'episodio, oltre a diversi momenti di silenzio soprattutto nella prima parte della puntata, le poche BGM utilizzate hanno la provenienza più varia possibile, dal primo disco della colonna sonora del Santuario alla soundtrack di Joshô Tenkai-hen. Complessivamente, a mio avviso questa puntata ha soltanto una piccola pecca; il finale, forse un pochino debole.

Shin

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